STORIA
Arte e Grande Arte, Bellezza e Pregiudizi, Propaganda e Antisemitismo

Docente: Gianfranco Ferlisi

Due cicli di 10 lezioni = 20 lezioni
Costo: 130 euro per 10 lezioni, 250 euro per 20 lezioni
Inizio corso: lunedì 24 ottobre, ore 19:30, su Zoom.
Durata delle lezioni: 60 minuti
Tutte le lezioni vengono registrate e possono essere viste in differita

Numero minimo di partecipanti richiesto: 8 iscritti.
PRIMA PARTE - le date:
Ottobre: 24
Novembre: 7, 14, 21, 28
Dicembre: 5, 12, 19
Gennaio 9, 16

PROGRAMMA PRIMA PARTE:
- Giotto: tanti baci da Giuda
- La Legatura di Isacco e il concorso del 1401
- Il pileus cornutus: cappelli a punta, cappelli strani …
- Miracoli dell’ostia: da Donatello a Paolo Uccello, da Cosimo Rosselli a Raffaello
- La Legenda della vera Croce
- Daniele Norsa, Mantegna e la genesi della Madonna della Vittoria
- Le allegorie di Ecclesia e Synagoga
- San Simonino e gli omicidi rituali
- Continuità dell’Antico …
- Mosè e le tavole stondate della legge

SECONDA PARTE - le date:
Febbraio: 6, 13, 20, 27
Marzo: 6, 13, 20, 27
Aprile: 3, 17, 24

PROGRAMMA SECONDA PARTE:
- Sotto il segno dello scorpione
- Brutti, sporchi e cattivi: l’immagine dell’ebreo nella Flagellazione (Ludovico Carracci …)
- Caravaggio e gli occhiali del giudeo miope
- Immagini pedagogiche della Controriforma
- La superiorità greca di Winckelmann e l’ideale neoclassico
- Il grand tour di Solomon Alexander Hart
- Abramo e Sara nella reggia del Faraone, il melodramma visivo di Giovanni Muzzioli
- Il Tribunale dell’inquisizione, La “matanza” di Toledo e la cacciata di Spagna: pittura ottocentesca di storia e di memoria
- Il Novecento e la scuola di Parigi
- Verso la tragedia della Shoah
- L'età dell'ottimismo: il secondo dopoguerra
- Conclusioni

Il corso proporrà una serie di rapide incursioni nei principali temi di storia dell’arte (architettura, scultura, pittura): da Giotto sino alle soglie della contemporaneità.

Progressivamente, a cominciare dalla fine del XIII secolo, docente e partecipanti toccheranno alcune tappe dell’evoluzione sincronica di alcuni testi figurativi e dei connessi linguaggi estetici, per coglierne importanza e fortuna, per comprendere, nei vari esempi, il necessario contesto storico e stilistico, per decifrare, in modo comparatistico, interazioni, relazioni, trasversalità, e funzioni.

Cominceremo il percorso con Giotto per leggere il cosiddetto “Bacio di Giuda” della cappella degli Scrovegni, icona testuale carica di pathos. Il committente dell’opera fu il cattolicissimo Enrico Scrovegni, figlio del facoltoso usuraio Reginaldo Scrovegni, uomo arricchitosi tramite il commercio del denaro che con l’arte esibiva l'amore per il mondo e il potere. Come si sa, l’arte non è mai leggibile al di fuori del proprio quadro di riferimento e Giotto lo dimostra. Dal Bacio di Giuda si sviluppa la prima di una serie di metafore dell'arte stessa. Ma se la figura di Giuda è alla base dell’antisemitismo cristiano, possiamo fingere che non ci sia molto di più oltre il dato estetico? Giuda, il giudeo per antonomasia, parla del deicidio …

Giotto, figura nodale della cultura pittorica occidentale, anticipatore dei valori formali e ideali del Rinascimento, innova l’immaginario italiano ed europeo con un linguaggio figurativo che dopo di lui porterà a Masaccio a Piero della Francesca a Raffaello. Giotto, parallelamente, aggiorna gli stereotipi con cui il cristianesimo aveva concettualizzato l'antigiudaismo, sul piano teologico, fin dai tempi di Paolo di Tarso e poi di Agostino.
Il percorso scelto non si tira indietro di fronte ai marosi delle letture, per azzardare ipotesi sul significato delle immagini, per capire quanto si possa ritrovare dentro di esse.
Il Rinascimento e Michelangelo continuano a parlare di arte religiosa, di cristiani ed ebrei. Ci soffermeremo, solo per fare un altro esempio, sulla Cappella Sistina e sulle lunette che rappresentano i cosiddetti “antenati del Cristo” (Giacobbe e Giuseppe, Ezechia, Manasse, Amon…). I personaggi sono rappresentati, talvolta, con le pose e i gesti tipici di vizi capitali come l’accidia oppure la melanconia, vale a dire con aspetti negativi. Per di più Michelangelo li rappresenta con gli abiti e i contrassegni identitari imposti dal papa agli ebrei di Roma del tempo. In altre parole, Michelangelo offre una rappresentazione di parte degli antenati del Cristo (l’allegoria che veicolano è dunque la renitenza del popolo giudaico a conformarsi al modello cristologico).

Cristo, con riferimento al Giudizio Universale, è invece delineato non come Gesù (e dunque come un ebreo qual era) ma come un Apollo dall’anatomia classica e dalla statuaria bellezza greca. È lui il modello metaforico proposto, un modello che chiede al cristiano di conformarsi, in senso allegorico, al suo essere.

Ci interessa, a tal proposito la persistenza dell’arte figurativa che assimila modelli classici e che, soprattutto nel corso del Rinascimento, li recupera filologicamente e li riattualizza anche come testimonianza di una perfezione che nell’antico ripropone la rinascita della città eterna nel segno papale.

Gli esempi toccati dai precedenti accenni (e tutti quelli delle varie lezioni), ovviamente, non sono esaustivi di una materia vasta come il mare. Più semplicemente delineano una direzione che conduce alla contemporaneità.

Due moduli per venti appuntamenti per ampliare la conoscenza di una realtà in cui appare preminente la relazione tra un’arte occidentale che inizialmente predilige i temi religiosi e che, con questi, utilizza un pregiudizio antigiudaico.

Con la fine dell’ancien regime, con l’età dell’emancipazione, vecchi pregiudizi (come il deicidio) cedono il campo a visioni cospirazioniste. Ma gli stereotipi (come quello del “naso ebraico”) sono duri a morire. Le immagini visive dell’arte cristiana medievale, in epoca a noi prossima, si amplificano con la propaganda nazista creando un crescendo di odio e morte …

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gianfranco Ferlisi (laureato a Parma) è critico e storico dell’arte. In quarant’anni di studio e ricerca si e? occupato principalmente di Rinascimento, Otto, Novecento e arte contemporanea. Ha operato presso la Provincia di Mantova con numerosissime rassegne curate alla Casa del Mantegna. Ha lavorato come storico dell’arte presso il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e, infine, presso le Gallerie Estensi di Modena e Ferrara, dove si e? occupato della valorizzazione della donazione Panza di Biumo a Sassuolo e della collezione ottocentesca. Da diversi anni e? direttore del Museo d’Arte Moderna dell’Alto e conservatore della raccolta di Palazzo Menghini a Castiglione delle Stiviere. Ha curato numerosissime mostre, tra cui ricordiamo almeno Ugo Celada da Virgilio 1895-1995. L’incanto del disegno. La magia della pittura (MAM di Gazoldo degli Ippoliti, e Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova, 2016), Il sentiero della luce (PAN di Napoli, 2020 con Philippe Daverio), Lorenzo Frigo. Infernus (Basilica di Palladio di Vicenza, 2021) e l’antologica dedicata ad Archimede Bresciani (MAM, 2021).



L'associazione Nodedim presenta un nuovo corso di storia tenuto dal Dr. Samuele Rocca:
Da Herzl a Ben Gurion - Una storia del sionismo e di Israele.

Date da definire

Costo: 80 euro il Corso + 20 euro iscrizione all'associazione
Tutte le lezioni vengono registrate e possono essere viste in differita

Per ulteriori informazioni: nodedim.italia@gmail.com



Dr. Samuele Rocca
Corso - Da Herzl a Ben Gurion - Una storia del sionismo e di Israele


Date da definire

4 incontri Zoom di 120 minuti ciascuno

Questo corso ci porterà a scoprire le radici di Israele

Il primo incontro "Una Terra senza popolo per un popolo senza terra", sarà dedicato agli albori del movimento sionista. Verrà descritta la Terra di Israele, così come era verso metà dell'ottocento, una sperduta provincia dell'impero ottomano in declino, il Grande Malato d’Europa. La Palestina però manteneva per le potenze europee un'aura particolare, in quanto era la culla del Cristianesimo, e fin da metà dell’ottocento le varie potenze europee, tra cui la Russia, mantenevano una forte presenza a Jaffa, il principale porto, e Gerusalemme. Poi, dopo aver parlato dei predecessori del sionismo, parleremo della Prima Alyia, o la prima ondata di immigrazione nella Terra di Israele, focalizzandosi sull'ideologia dei Bilu, uno dei vari movimenti. Questa era iniziata nel 1880, rafforzata dall’ondata di persecuzioni, culminata in Pogrom nella Russia zarista del 1882. Gli immigranti della Prima Alyia crearono una serie di colonie agricole, come Rishon Le Zion, Rechovoth, Rosh Pina, e Zikron Ya'akov. Le difficoltà economiche vennero superate grazie al generoso aiuto del barone Rotschild. Intanto nel, 1898, Theodor Herzl, un giornalista viennese, che era stato testimone del processo Dreyfuss aveva scritto Die Judenstadt, un libro in cui proponeva la nascita del sionismo politico. Nel 1898 a Basilea, si teneva il primo congresso sionista. Era l'inizio del sionismo politico. Tuttavia bisogna aspettare al 1905, quando una nuova ondata di immigranti, la Seconda Aliyah, arrivò nella Terra di Israele per assistere ad un cambiamento drastico nella popolazione ebraica del paese. La Seconda Alyia proveniente dalla Russia zarista, in preda alla rivoluzione e per sfuggire da una nuova ondata di Pogrom. Le realizzazioni tangibili più importanti di questi immigranti furono la creazione dei primi insediamenti collettivi, tra cui la Kvutzah di Deganiah, l’antenata dei Kibbutz, la fondazione di Tel Aviv nel 1911, allora un sobborgo di Jaffa, il grande porto della Palestina ottomana, destinata a divenire la prima città ebraica del mondo, e l’adozione dell’ebraico come lingua nazionale. Un'altra realizzazione della Seconda Alyia non meno importante fu la fondazione dello Shomer, un gruppo di autodifesa, che si prese cura di difendere con relativo successo gli insediamenti ebraici isolati, soprattutto in Galilea, dall’attacco di predoni beduini. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1915, anno in cui la Turchia ottomana entrò in guerra a fianco degli Imperi Centrali, contro le potenze dell’Intesa risultò in anni di carestia, stenti, e sofferenze per la popolazione dell’Yishuv. Inoltre, dal 1917, la Terra di Israele, si trasformò in uno dei campi di battaglia della Grande Guerra.
Il secondo incontro "All'ombra dell'Union Jack", sarà dedicato agli anni del mandato britannico sulla Terra di Israele. Allo scoppio della grande guerra, la direzione politica dell’Yishuv, cosi come il movimento sionista era divisa. Se da un lato la maggior parte degli immigranti non aveva alcuna simpatia per l’oppressivo regime zarista, tuttavia vi era una forte ammirazione per la Gran Bretagna liberale. Tuttavia, molti dirigenti avevano simpatia per la Turchia ottomana e si mostrarono pronti a partecipare allo sforzo bellico turco. Sotto la guida di Joseph Trumpeldor nel 1915 venne creato ad Alessandria d’Egitto, il Zion Mule Corps, un reparto di mulattieri al servizio di Sua Maestà britannica. La destinazione era Gallipoli. Poco più di un anno dopo, sotto la pressione del giornalista ebreo russo Vladimir Jabotinsky venivano formati a Londra tre battaglioni composti esclusivamente da ebrei russi, non soggetti alla leva, all’interno del prestigioso reggimento londinese dei Royal Fusileers. I tre battaglioni ebraici al comando del colonnello Patterson, presero parte alla campagna di Palestina agli ordini del generale Allenby, e affrontarono l’esercito ottomano nei dintorni di Gerico. Nel 1919 i tre battaglioni vennero unificati nella Legione Ebraica, il cui simbolo era la Menorah, o il candelabro a sette braccia. Intanto la Gran Bretagna mostrava la sua simpatia verso il movimento sionista con la pubblicazione della Dichiarazione Balfour, il 2 novembre 1917. Con la fine della guerra la Palestina si trovò sotto governo militare della Gran Bretagna, che venne trasformato dalla Lega delle Nazioni in mandato nel 1923. Lo scopo principale del mandato era la realizzazione della Dichiarazione Balfour e la creazione di un focolare nazionale ebraico nella Terra di Israele. I benefici della presenza britannica si fecero sentire immediatamente. La potenza mandataria amministrava attraverso funzionari a vario livello il paese. L’autorità’ giudiziari venne in parte rimodellata secondo il modello anglosassone. Le vie di comunicazione vennero ampliate con la creazione di strade e di nuove linee della ferrovia. Tra le due guerre la popolazione ebraica venne rinforzata da tre ondate di immigrazione, prima durante gli anni venti, la Terza Aliyah, proveniente dalla Russia, oramai Unione Sovietica, la Quarta Aliyah, proveniente dalla Polonia, e in seguito, durante gli anni trenta, conseguenza dell’ascesa di Hitler, la Quinta Aliyah, proveniente per lo più dalla Germania, dall’Austria, e in parte anche dall’Italia. La popolazione ebraica eleggeva democraticamente il suo governo, l’Agenzia Ebraica, un ente più o meno autonomo dall’amministrazione inglese. Il compito principale dell’Agenzia Ebraica era di rappresentare le esigenze dell’Yishuv agli occhi della potenza mandataria, e comprare terre da adibirsi ad uso agricolo, attraverso il Keren Ha Yesod, un fondo nazionale per acquisto di terre, e avviare lo sviluppo agricolo delle terre redente attraversi il Keren Kayemeth. Accanto all’Agenzia Ebraica, vi era l’Histadruth, o il sindacato, la cui forza assicurava condizioni sociali e benefici ai lavoratori dell’Yishuv. Eppure la condizione politica, fin dall’inizi era instabile. Fin dai primi anni venti, la Gran Bretagna si trovò ad affrontare la crescente ostilità della popolazione araba locale che sfociò in disordini caratterizzati da una estrema violenza, nel 1920-21 e nel 1929. Necessitava un'organizzazione armata a livello nazionale, che potesse proteggere l’Yishuv. Vene così creata l’Haganah. Nel 1936 iniziarono una serie di disordini meglio conosciuti come la Grande Rivolta Araba. In ottobre del 1936, l’amministrazione britannica riuscì a calmare i rivoltosi usando una combinazione di concessioni politiche, di diplomazia, e la minaccia della legge marziale. Venne riunita una commissione di inchiesta, la Commissione Peel. La commissione raccomandò la cessazione del Mandato sul territorio della Palestina, tranne per un corridoio che includeva Gerusalemme e sboccava sul Mediterraneo. Il resto del territorio del mandato doveva essere diviso tra arabi ed ebrei. Nonostante che vari membri dell’Agenzia Ebraica si mostrarono negativi, tuttavia il piano proposto dalla Commissione Peel venne accettato dagli ebrei. Il Supremo Comitato Arabo invece lo rifiutò sostenendo una politica senza compromessi di tutto o nulla, invitando gli arabi ad aprire una lotta ad oltranza senza esclusione di colpi contro l’Yishuv e la potenza mandataria. L’Haganah naturalmente collaborò con gli inglesi. La Palestine Police venne rinforzata con volontari ebrei. Veniva così creata la Jewish Supernumerary Police, meglio conosciuti come Notrim. Inoltre un'unità anti guerriglia mista, composta da membri dell’esercito inglese e da volontari ebrei, venne creata dal capitano Orde Wingate. In seguito alla Commissione Peel, l’Haganah creò una serie di insediamenti rurali, soprattutto nel nord del paese, caratterizzati da una palizzata difensiva e da una torre d’osservazione, a cui venne dato il nome Homa uMigdal. All’inizio del 1939 la Grande Rivolta Araba era pressoché domata. Era chiaro però alla Gran Bretagna che un conflitto ben più serio, di dimensioni mondiali con la Germania nazista, era all’orizzonte. Inoltre, se in caso di conflitto, la potenza mandataria poteva contare sulla più totale lealtà dell’Yishuv, non si poteva dire lo stesso degli arabi. Nel febbraio 1939 il segretario di stato per i Dominion, Malcolm MacDonald, indisse una conferenza a Londra, a cui parteciparono sia dirigenti dell’Yishuv, sia membri del Supremo Comitato Arabo. La conferenza si concluse in un nulla di fatto. Il 17 maggio 1939, il governo di Londra pubblicava il Libro Bianco, un drastico cambiamento rispetto ai suggerimenti, mai implementati, della precedente commissione Peel. I suggerimenti della commissione venivano abbandonati in favore della creazione di una Palestina indipendente a maggioranza araba. Non solo, la commissione limitò l’immigrazione ebraica per un periodo di cinque anni. Inoltre l’acquisto di terre da parte dell’Yishuv veniva drasticamente limitato.
Il terzo incontro "Tra l'incudine ed il martello - Gli anni della Seconda Guerra Mondiale", è dedicato agli anni della seconda guerra mondiale. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, l’Impero Britannico, e con esso il Mandato della Palestina, si ritrovarono in guerra con la Germania nazista. I sentimenti dell’Yishuv vennero chiaramente espressi dal segretario generale dell’Histadruth, Daivd Ben Gurion, “Era necessario combattere contro la Germania a fianco degli inglesi, come se il Libro Bianco non esistesse, e nello stesso tempo combattere la politica del governo mandatorio come se non vi fosse alcun conflitto con la Germania nazista.” Di fatto l’Yishuv mise immediatamente a disposizione della Gran Bretagna tutte le sue risorse, a cominciare da quelle umane. Tutti i gruppi politici, dall’estrema sinistra del Mapam fino alla destra revisionista di Jabotinsky mostrarono immediatamente il loro supporto della Gran Bretagna. Sia i membri dell’Haganah, sia quelli dell’Irgun Tzavai Leumi, l'organizzazione armata del movimento revisionista, si portarono volontari per arruolarsi nelle forze armate britanniche. Durante la seconda guerra mondiale, non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono nell’esercito britannico come volontari. All’inizio questi volontari si arruolarono come singoli, ma presto l’esercito britannico li inquadrò in compagnie autonome, completamente composte da ebrei. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne creata una Brigata Ebraica combattente, che servì con onore negli ultimi mesi di guerra sul fronte italiano. Intanto volontari ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria servivano nelle più disparate unità dell’esercito inglese, in corpi non combattenti come i pionieri (Royal Army Pioneer Corps), salmerie e trasporti (Royal Army Service Corps), Genio (Royal Engineers), ma anche Artiglieria (Royal Artillery), fanteria, il Palestine Regiment formato nel 1942, Commandos, Aviazione (Royal Air Force), e marina (Royal Navy), e naturalmente la sanità (Royal Army Medical Corps). I volontari ebrei della Palestina furono presenti in tutti i teatri bellici in cui combatte’ l’esercito britannico, dalla Francia nel 1940, Grecia e Creta nel 1941, i deserti dell’Egitto e della Cirenaica dal 1940 fino al 1943, Etiopia nel 1941, Sicilia ed Italia dal 1943 al 1945. Inoltre vari dottori si trovarono ad operare in India, ed alcuni piloti volarono missioni di combattimento contro i Giapponesi in Birmania. Varie compagnie di soldati ebrei provenienti dalla Palestina furono stanziate durante la guerra in Iraq, a Cipro, ed in Libano. La Brigata Ebraica, attiva sul fronte italiano, dall estate del 1945 fino alla sua dissoluzione nel 1946 venne stanziata in Europa Nord-Occidentale, in Belgio. Tuttavia va fatto presente che l’arruolamento nell’esercito britannico non era una prerogativa maschile. La società egualitaria creata dai pionieri fece sì che molte donne partirono volontarie in vari corpi ausiliari femminile, soprattutto dell’esercito (Auxiliary Territorial Service), ma anche l’aeronautica (Women Auxiliary Air Force). Inoltre, ai 35.000 volontari nell’esercito britannico, uomini e donne, vanno aggiunti non meno di 15.000 volontari nella JSP (Jewish Settlement Police), un'unità della Palestine Police, il cui compito era proteggere gli insediamenti ebraici rurali da possibili attacchi di arabi, o da spie. Di fatto la JSP divenne la vera e propria Home Guard della Palestina mandataria durante gli anni del secondo conflitto mondiale. Insomma non meno di 50.000 persone servirono nelle forze armate britanniche durante l’intero conflitto. Se si tiene conto che l’Yishuv, il nome dato all’insediamento ebraico nella Palestina Mandataria, contava non più di 500.000 persone nel 1939, è chiaro che non meno del 10% della popolazione prese parte direttamente al conflitto. Una media molto alta anche rispetto ad altre nazioni come la stessa Gran Bretagna e l’Unione Sovietica.
Il quarto incontro "La creazione di Israele", è dedicato agli anni che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale ai primi anni della creazione dello Stato di Israele. La scoperta degli orrori dell'Olocausto, rafforzò la consapevolezza della dirigenza dell'Yishuv, prima tra tutti David Ben Gurion della necessità di ottenere l'indipendenza politica. Dopo gli anni di guerra iniziava un conflitto tra l'Yishuv e la potenza mandataria, che si rifiutava di aprire le porte della Terra di Israele ad i superstiti dell'Olocausto. L'Haganah si unì all’Irgun Tzavai Leumi, e al gruppo estremista Lehi in una lotta armata contro la potenza mandataria. Allo stesso tempo, centinaia di migliaia di sopravvissuti e rifugiati ebrei dell'Olocausto, che cercavano una nuova vita lontano dalle loro comunità distrutte in Europa, vennero aiutati ad immigrare clandestinamente nella Terra di Israele dall'Haganah. Dopo una rocambolesca fuga, o Bricha, dai campi di raccolta dei profughi in Germania, gli immigranti clandestini raggiungevano i porti del Mediterraneo, tra cui quelli dell'Italia come La Spezia, dove si imbarcavano su navi. La maggior parte delle navi, tra cui la famosa Exodus, salpate alla volta della Terra di Israele, vennero intercettate dalla flotta inglese, e gli immigranti clandestini venivano raccolti in campi di detenzione ad Atlit e Cipro dagli inglesi. L'insurrezione ebraica continuò per tutto il resto del 1946 e del 1947, nonostante gli sforzi delle forze di polizia britanniche per reprimerla. Anche gli sforzi britannici per mediare una soluzione negoziata con rappresentanti ebrei e arabi fallirono poiché gli ebrei non erano disposti ad accettare alcuna soluzione che non portasse alla creazione di uno stato ebraico, persino in una parte della Terra di Israele, mentre gli arabi erano irremovibili e per loro, l'unica soluzione possibile era una Palestina unificata sotto il dominio arabo. Una commissione di inchiesta anglo-americana aveva proposto nel 1946 di ammettere senza indugi ben 100.000 profughi, ma la Gran Bretagna, sotto pressione della Lega Araba, fu costretta a rifiutare. Nel febbraio 1947, il governo britannico, guidato da Clement Attlee, non essendo più in grado di mantenere l'ordine in Palestina, decise di rimettere il mandato britannico alle Nazioni Unite. L'ONU designò il i membri di un Comitato, l'UNSCOP, composto dai rappresentanti di 11 Stati. Il comitato propose due opzioni. La prima era la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo indipendenti, con la città di Gerusalemme posta sotto controllo internazionale. La seconda consisteva nella creazione di un unico Stato, di tipo federale, che avrebbe compreso sia uno Stato ebraico, sia uno Stato arabo. Il 29 novembre 1947 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella risoluzione n. 181 approvava il piano di partizione della Palestina che prevedeva la costituzione di due Stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo.
I primi scontri armati tra l'Haganah e le organizzazioni paramilitari del Comitato Arabo Supremo iniziarono subito dopo. Fino al ritiro britannico, avvenuto il 14 maggio 1948, si trattò essenzialmente di una guerra civile tra ebrei e arabi di Palestina e il conflitto rimase essenzialmente a livello di guerriglia, anche in conseguenza della significativa presenza di forze britanniche. In una serie di operazioni, l'Haganah riuscii ad impadronirsi delle varie città miste come Haifa e Jaffo, o di Akko, ed anche nell'Operazione Nachshon ad aprire temporaneamente la strada per Gerusalemme. Alla scadenza del mandato britannico, a Tel Aviv, David Ben Gurion proclamò la creazione dello Stato d'Israele il 14 maggio 1948. Poche ore dopo, truppe provenienti da Egitto, Transgiordania, Siria, Libano e Iraq, unitamente a corpi di spedizione minori provenienti da altri paesi arabi, penetrarono nella Palestina. Il primo mese di conflitto, tra 14 maggio 1948 e l'11 giugno 1948 vide il novello Stato di Israele resistere disperatamente agli attacchi dell'Egitto, il cui esercito avanzava che lungo la linea costiera, venne fermato a 21 kilometri da Tel Aviv, dagli attacchi della Transgiordania, il cui esercito bloccava l'accesso a Gerusalemme, e la Siria, il cui esercito venne fermato davanti al Kibbutz di Degania dopo un'epica battaglia. Le battaglie con la Transgiordania furono le più cruente. Il forte di Latrun, che comandava la strada per Gerusalemme rimase nelle mani del nemico, e la città vecchia di Gerusalemme cadde nelle mani dell'esercito transgiordano. Per porre fine all'assedio di Gerusalemme nuova, le forze ebraiche, guidate dal colonnello dell'esercito statunitense David Marcus, costruirono la Strada di Birmania, una strada tortuosa lungo le impervie montagne che portano a Gerusalemme. Questo permise alle forze ebraiche di liberare la città dall'assedio arabo il 9 giugno, pochi giorni prima che le Nazioni Unite negoziassero un cessate il fuoco. Con il cessate il fuoco, l'esercito di difesa di Israele aveva tenuto testa a ben tre eserciti regolari ed a varie bande di guerriglieri. Inoltre, nonostante l'imbarco, cominciavano ad arrivare armi moderne dalla Cecoslovacchia. Con lo scadere della tregua, il 18 luglio 1948 riprese per dieci giorni il conflitto. Con l'Operazione Dani, l'esercito di difesa di Israele, guidato da Moshe Dayan, venne allargato il corridoio fra Gerusalemme e Tel Aviv, conquistando le cittadine di Lidda e di Ramle, e soprattutto l'aeroporto. Inoltre, con l'Operazione Dekel, venne conquistata la Bassa Galilea, inclusa Nazaret. La seconda tregua, che durò dal 18 luglio 1948 al15 ottobre 1948, permise nuovamente a ZAHAL di riorganizzarsi, e quando nell'ottobre più volte l'esercito egiziano violò la tregua, ZAHAL colse il momento per attaccare. In una serie di tre operazioni, Operazione Hiram, Yoav, e Horev, il Negev venne riconquistato, e con lui la capitale Beersheba, ma non dopo aver combattuto difficili scontri, come la battaglia di Iraq El Sueidan. L'esercito egiziano, accerchiato a Faluja dovette capitolare. Con l'operazione Ovda, un distaccamento dell'esercito israeliano issava la bandiera su Eilat, il 10 marzo 1949. La Guerra di Indipendenza era terminata.

Il relatore
Samuele Rocca, nato a Milano nel 1968, ha conseguito il dottorato alla Bar Ilan University in storia del popolo ebraico nell'antichità classica, sotto la guida del Professore Emeritus Albert Baumgarten. Nel 2008, si è dedicato al post dottorato, preso il Pontificio Istituto Biblico, a Roma, sotto la guida del Prof. Joseph Sievers. Dal 2017 è professore aggregato, in storia dell’architettura, all' università di Ariel, nella facoltà di architettura. Ha alle sue spalle varie pubblicazioni, tra cui libri, come Herod’s Judaea – A Mediterranean State in the Classical World, saggi, e numerosi articoli. Ha preso parte a vari congressi, ed è tra i curatori del progetto The Ancient City.

Per ulteriori informazioni: nodedim.italia@gmail.com




Dr. Samuele Rocca - All'Ombra del Tempio - Storia del Giudaismo all'epoca del Secondo Tempio

6 incontri di 90 minuti ciascuno.

Costo: 160 €

I corsi si aprono con minimo di dieci iscrizioni

Corso di storia del popolo ebraico on line tenuto da Samuele Rocca, docente di storia e storia dell'arte all'Ariel University ed alla Neri Bloomfield Academy of Design and Education – Haifa; Principale pubblicazione – Herod's Judaea, A Mediterranean State in the Classical World, Texts and Studies in Ancient Judaism 122, Tübingen 2008.

All'ombra della sera saliremo su una magica macchina del tempo che ci trasporterà a Gerusalemme più di duemila anni fa. In questo corso, avremo la possibilità di apprendere l’evoluzione sincronica della storia dell’giudaismo all’epoca del Secondo Tempio, dall'editto di Ciro fino alla caduta di Masada, ma avremo l’occasione di soffermarci in maniera diacronica su vari soggetti, le Sette che componevano l'ebraismo, quali i Sadducei, i Farisei, ed i misteriosi Esseni, i Rotoli del Mar Morto, e tanti altri. Avremo anche accesso alle differenti fonti letterarie ed archeologiche, come la Bibbia, gli scritti di Flavio Giuseppe, gli Apocrifi, la Letteratura Rabbinica, ed il Nuovo Testamento. Saremo insieme a Giuda Maccabeo, quando questi ha elevato il vessillo della resistenza contro i Seleucidi oppressori, parteciperemo ad un banchetto in compagnia di Erode il Grande, e concluderemo il corso accanto ai Sicari, arroccati a Masada.
Il corso sì aprirà con un'analisi dettagliata della tipologia delle fonti, innanzitutto letterarie ed archeologiche. La prima parte del corso sarà dedicata al periodo che va dal ritorno a Sion, attraverso uno studio diacronico dell’opera di Ezra e Neemia, e il successivo periodo ellenistico, dall'arrivo di Alessandro il Grande, ed il successivo dominio dei Diadochi, il lungo periodo tolemaico, fino alla conquista seleucide. Uno studio diacronico della traduzione dei Settanta e dell'ebraismo ellenistico, chiuderà questa parte. La seconda parte del corso inizia con uno studio sincronico del periodo che va dalla ribellione dei Maccabei, al raggiungimento dell’indipendenza e l’espansione territoriale degli Asmonei, l’ascesa di Erode all’ombra di Roma, e l'apogeo della Giudea, negli anni di pace che hanno contraddistinto il lungo regno d'Erode. Questa volta, ci soffermeremo sulle sette, i Sadducei, i Farisei, e gli Esseni, la letteratura apocrifa, e la misteriosa setta di Qumran ed i Rotoli del Mar Morto. La terza parte del corso inizia con uno studio sincronico del periodo che va dalla morte di Erode e la divisione del regno tra i suoi figli, Archelao, Antipa e Filippo, l'inizio del dominio romano, il breve regno di Agrippa I, e l'ascesa degli Zeloti, che avrebbe portato come risultato alla guerra Giudaica e alla caduta di Gerusalemme. Questa volta, approfondiremo l’organizzazione amministrativa e politica della Giudea, le varie istituzioni politiche tra cui naturalmente il famoso Sinedrio, daremo uno sguardo all'economia della Giudea, un'economia mediterranea, che però include elementi esotici, le piantagioni di balsamo e la Via delle Spezie. Termineremo il corso con uno studio del culto del Tempio alla luce della Mishna e dei manoscritti del Mar Morto.

Il corso verrà tenuto ogni due lunedì, 20.30 ora italiana. Ogni incontro avrà la durata di 90 minuti

25-11-2019 – L'editto di Ciro ed il ritorno a Sion

09-12-2019 – L'incontro con la cultura greca: scontro o simbiosi?

23-12-2019 – I Maccabei – la creazione di uno stato ebraico indipendente

06-01-2020 – Grandezza e miseria del regno di Erode il Grande

20-01-2020 – Common Judaism o frammentazione settaria? Le sette (farisei, sadducei, esseni) ed i rotoli del Mar Morto

03-02-2020 – La Guerra contro Roma ed il mito di Masada

Per ulteriori informazioni: nodedim.italia@gmail.com
Associazione Culturale Nodedim | codice fiscale: 96410510588 | email: nodedim.italia@gmail.com